17/11/2017 -By Sandro Tamantini Geologo-
Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità, della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).
La nostra Penisola è caratterizzata da un elevato rischio sismico in quanto ha:
- una pericolosità sismica medio-alta per frequenza e intensità dei fenomeni (Foto di copertina);
- una vulnerabilità molto elevata per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi;
- un’esposizione altissima per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo.
Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica. La predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata si definisce vulnerabilità e, quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze. Una delle cause principali di morte durante un terremoto è, infatti, il crollo degli edifici. Per ridurre la perdita di vite umane è, quindi, necessario rendere sicure le strutture edilizie.
Oggi, le norme per le costruzioni in zone sismiche prevedono che gli edifici non si danneggino per terremoti di bassa intensità, non abbiano danni strutturali per terremoti di media intensità e non crollino in occasione di terremoti forti, pur potendo subire gravi danni (NTC 2008).
Un edificio può riportare danni strutturali agli elementi portanti (pilastri, travi) e/o danni non strutturali agli elementi che non ne determinano l’instabilità (camini, cornicioni, tramezzi). Il tipo di danno dipende da: struttura dell’edificio, età, materiali, luogo di realizzazione, vicinanza con altre costruzioni e elementi non strutturali.
Le NTC08 definiscono i tre diversi tipi di intervento che possono essere effettuati su costruzioni esistenti:
– interventi di adeguamento, atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle NTC;
– interventi di miglioramento, atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente pur senza necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalle NTC;
– riparazioni o interventi locali, che interessino elementi isolati e che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Gli interventi per adeguare (o in alcuni casi migliorare) sismicamente un edificio, variano in base a parametri come il tipo di costruzione (monopiano o pluriplano), il tipo di struttura portante (muratura, c.a, legno), le fondazioni su cui poggia l’edificio, la zona sismica in cui l’edificio ricade e più in generale il contesto nel quale l’edificio è inserito.
La scelta del migliore intervento di adeguamento sismico deve essere effettuata da un tecnico competente.